Attività formative

Le lezioni si terranno tutti i venerdì e sabato da febbraio a giugno, con due workshop di cinque giorni, obbligatoriamente in presenza a giugno e a settembre.
Il MHMAR si avvale del laboratorio di Città Corviale che svolge, dal 2018, attività di ricerca e di accompagnamento sociale nei processi di rigenerazione e riuso del quartiere di Corviale.

Attività formative

Heritage making Chi fa il patrimonio? Come il riuso adattivo del patrimonio fa patrimonio? Il corso con riferimento allo scenario generale dell’urbanizzazione delinea il quadro generale del contesto in cui i processi di riuso si determinano
Urban Planning and transition studies Il riferimento ai transition studies costituisce la chiave per comprendere e governare la impredittibilità dei processi di riuso e di adattamento. Si prenderanno in considerazione i processi di co-evoluzione delle nicchie di innovazione, insieme ai molteplici cambiamenti della sfera sociotecnica. Questa cornice interpretativa consentirà di riflettere sugli strumenti e metodi di pianificazione, per comprendere come questi possano favorire o ostacolare le alternative emergenti riguardanti il riuso adattivo del patrimonio.
Emotion and esthetic in AHR Come si fa patrimonio? La dimensione materica centrale nei tradizionali processi architettonici è qui tenuta sullo sfondo rispetto alla centralità dell’azione dei soggetti. I tratti emotivi ed estetici del progetto architettonico sono investigati in relazione agli aspetti preventivi e di preparedness attivati da progetti di riuso bottom-up.
Energy and Sustainability in AHR Conseguire un valore nella produzione di energia o nell’affermare dei principi di sostenibilità esprime un valore che precede l’intervento sul patrimonio. La scelta di campo verso la sostenibilità è ancora un fattore distintivo attorno al quale la comunità si riorganizza e si mobilita (comunità energetiche). Gli Incentivi e le forme di aiuto a carico del pubblico verranno ricostruiti nel quadro delle finalità del corso, così anche le soluzioni tecnologiche.
Economy and cultural heritage Il contributo formativo di questo modulo si confronta con tre cornici tematiche, la seconda della quale include la valutazione degli impatti. Quella macro, come i processi di riuso entrano in relazione con modelli di sviluppo, di crescita differenti rispetto a quello espansivo, si tratta però anche di criticare la deriva dei modelli estrattivi che per primi si sono applicati nei processi di riuso attraverso la finanziarizzazione.
Una seconda cornice riguarda aspetti legati al valore. Come si produce il valore, come si riconosce, ma anche come si attribuisce ai singoli fattori che lo compongono. Ci sono aspetti peculiari come ad esempio la proprietà e la governance dei beni oggetto di riuso, le fonti di finanziamento (e la varietà di strumenti cui ricorrere per raccogliere risorse economiche), le condizioni per garantire un’ampia fruibilità da parte della collettività, ecc… . In questo ambito il corso si occuperà anche della misurazione degli impatti.
Un terzo aspetto è invece legato alla gestione, al management del processo di riuso e ancora di più degli esiti, dei servizi e delle diverse utilizzazioni. La composizione del quadro funzionale in coerenza con l’equilibrio economico dell’intervento che ne garantisce la sostenibilità nel tempo è cruciale nel determinarne il successo.
Innovazione Sociale Nella produzione ed erogazione dei servizi, nei modi di abitare, nella creazione di coesione sociale, nelle strategie quotidiane di cura del benessere individuale e collettivo, nelle pratiche culturali numerose sono le letture e i riscontri di pratiche innovative. Le traiettorie evolutive e in molti casi co-evolutivi che saranno restituiti con riferimenti a casi studio delineano cosa si debba intendere per innovazione sociale. Si restituiranno le dimensioni di design e making che sono incorporate nei percorsi progettuali di riuso adattivo del patrimonio. Le conseguenze sulle politiche pubbliche di questi percorsi saranno infine un ambito di riflessione che lega tali pratiche all’azione pubblica dei soggetti istituzionali, se ne considereranno le implicazioni e le estensioni. Infine, una riflessione ultima riguarderà le forme e le caratteristiche che assumono le comunità che producono le pratiche di innovazione sociale.
Regole e norme Cosa significa rigenerare spazi e beni di un contesto urbano? Quali sono gli strumenti più efficaci per realizzare questi interventi? Com’è possibile promuovere una gestione dei processi di rigenerazione che sia condivisa tra amministrazione e privati? Il fisco può avere un ruolo incentivante? Il recupero di immobili abbandonati e di aree deindustrializzate, l’utilizzo condiviso di spazi pubblici, il riuso e la valorizzazione di beni pubblici e privati per fini culturali, le nuove destinazioni assegnate ai beni confiscati alla criminalità sono solo alcune delle forme del processo che va sotto il nome di rigenerazione urbana. Si tratta di interventi in grado di cambiare non solo le relazioni sociali di intere comunità, ma anche il rapporto tra cittadini e autorità pubbliche. Il corso si occupa delle ricadute giuridiche delle azioni di rigenerazione. Al centro della riflessione c’è la necessità di disegnare una governance democratica della rigenerazione urbana, in cui l’amministrazione locale e i cittadini assumano un ruolo attivo e consapevole di cura della “cosa pubblica”.
Impact and Social Evaluation Il corso ha come obiettivo l’accrescimento di consapevolezza e competenze degli studenti rispetto alle possibili alternative disponibili per la costruzione di nuovi modelli di sviluppo economico. L’innovazione verrà descritta come opportunità di cambiamento verso una società più inclusiva, equa e sostenibile. Si adotterà un approccio trans-settoriale: si studieranno i riflessi dell’innovazione sociale nei nuovi modelli imprenditoriali, nella costruzione di nuove forme di partenariato per politiche pubbliche di nuova generazione e nei cambiamenti manageriali legati principalmente ai processi di misurazione del valore generato.
Si useranno strumenti molto concreti per rendere quanto più empirico possibile il lavoro sui concetti fondamentali, e fra questi un ruolo centrale sarà dato al tema dell’impatto sociale.
Ecological issues in AHR L’ecologia, fin dalla sua definizione come disciplina, ha influenzato la progettazione spaziale. Poiché l’ecologia studia le relazioni tra gli organismi viventi e il loro ambiente, essa riguarda sempre lo spazio e il contesto. La forte relazione tra ecologia e studi di design si traduce nel campo del paesaggio. Da un lato, l’ecologia è alla base dell’ecologia del paesaggio, una scienza applicata che si è sviluppata a partire dagli anni ’80 attingendo i suoi strumenti di ricerca dal telerilevamento e dai sistemi informativi geografici e che ha permesso di effettuare analisi a grande scala spaziale e temporale. D’altra parte, il pensiero ecologico ha fornito ai progettisti del paesaggio e delle città concettualizzazioni spaziali, modelli e strumenti di progettazione innovativi.
L’integrazione tra Design e la prospettiva ecologica indaga il concetto di metabolismo urbano e struttura l’interesse per la progettazione urbana e la pianificazione del metabolismo urbano.
Heritages making for sustainability L’agenda 2030 e la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile costituiscono i riferimenti del corso, sia in termini di principi che di quadri di riferimento oeprativi per la valutazione delle politiche pubbliche. La relazione tra gli SDGs e le azioni di attuazione della strategia ai diversi livelli istituzionali, nazionale, Regionale e nelle città metropolitane verranno presentate nella declinazione strategica e in quella operativa attraverso casi di studio. Le azioni di riuso adattivo del patrimonio verranno osservate in relazione al processo di attuazione della strategia nazionale ai diversi livelli e alle concettualizzazioni che accompagnano le diverse stagioni di politiche urbane orientando lo sguardo verso l’inclusione e la trasformazione della città.
Platform and Multilevel actors La governance è uno degli aspetti chiave dello sviluppo urbano sostenibile poiché un buon sistema di governance può contribuire a un processo decisionale più trasparente, inclusivo, reattivo ed efficace. Il concetto di governance non è chiaramente definito, ma in generale si riferisce al modo in cui la società, o i gruppi al suo interno, si organizzano per prendere e attuare le decisioni. Spesso comporta un processo continuo di negoziazione sull’allocazione del potere e delle risorse. In teoria, la governance non presuppone quali attori siano più centrali nel processo, per questo è importante che nei processi di riuso adattivo del patrimonio l’approccio a una governance complessa e multilivello può risultare decisivo.
Il corso proporrà tre componenti centrali del processo di governance, fornendo suggerimenti, metodi e strumenti (piattaforme) per affrontare le principali questioni in gioco. Le tre componenti sono:
– la governance multilivello, che si riferisce al coordinamento e all’allineamento delle azioni (interventi) tra i diversi livelli di governo;
– un approccio multi-stakeholder, che si riferisce all’inclusione di tutti gli attori rilevanti durante l’intero ciclo politico;
– un approccio dal basso verso l’alto e partecipativo, che si riferisce all’uso di iniziative guidate dalla comunità per incoraggiare il coinvolgimento e la risposta degli attori locali.
Riabitare la città Il corso muove dalle parole “Mondo” e “Crisi” per proporre una possibilità per ripensare il nostro modo di fare Mondo, inteso come un “ri-abitare”. Un percorso didattico propositivo e sovversivo, che può nutrire gli Studi Urbani scardinando il forte condizionamento dato dalla pervasività dell’idea di sostenibilità che talvolta indebolisce la cultura progettuale invece di liberarne l’immaginario. Il riferimento è ai contributi di saggi che stanno nella crisi, stanno nel problema (Haraway 2019). Da dove vengono i dispositivi spaziali con cui progettiamo? Innanzitutto, domandiamoci se sappiamo fidarci di un presentimento, di una scomodità. Più che la soluzione o la formulazione dei problemi (già dati o mal posti), ciò che tiene insieme queste proposte è che per riconnettersi alla realtà occorre avere un’intenzione che – a prescindere dai risultati – ri-allinei la nostra presenza. Per conoscere il mondo, per criticarlo, bisogna partire da un’intuizione, un’urgenza. Il corso sceglie il ri-abitare – oltre che ri-qualificare e ri-generare – per sottolineare il sentimento di debito verso il vivente che caratterizza il pensiero postumano, espellendo dalla sua centralità il protagonismo dell’azione umana: il ri-abitare è soprattutto un ri-conoscere e quindi anche un re-stituire, un ri-sacralizzare, un ri-comporre il Mondo a partire dalla sua frammentarietà. Un desiderio raddoppiato dell’abitare ma anche un ri-posare dall’ansia da prestazione. Ri-parare la città e i saperi che ne costituiscono la tenuta anche nell’accezione di congedarsi per far fiorire l’immaginazione autentica e ri-orientarsi tra i valori e i posizionamenti etici.

Stage

Lo stage (tirocinio) è finalizzato a connettere la dimensione teorica con quella dell’azione e permette di confrontarsi con le dinamiche reali dei processi di trasformazione urbana. Lo scopo è di affinare il processo di apprendimento e di formazione direttamente sul campo partecipando alle attività svolte da soggetti che sono attivi nei processi di interesse del Master. La durata è di 320 ore e potrà essere svolto presso strutture indicate dai docenti del Master o dagli studenti stessi, in quest’ultimo caso l’indicazione sarà soggetta e valutazione da parte del collegio del master.

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Pamela Moretto 06 Giugno 2024