La struttura della città è l’oggetto di studio del laboratorio; essa è intesa come sistema complesso di relazioni entro il quale il progetto dello spazio pubblico prende forma.
Il programma ha l’obiettivo di far confrontare gli studenti con un tema progettuale complesso e multi scalare, articolato in tre fasi principali:
1_Lo studio del territorio e degli strumenti della pianificazione.
2_Il progetto per la rigenerazione di un quartiere.
3_Il progetto architettonico.
Il programma ha l’obiettivo di far confrontare gli studenti con un tema progettuale complesso e multi scalare, articolato in tre fasi principali:
1_Lo studio del territorio e degli strumenti della pianificazione.
2_Il progetto per la rigenerazione di un quartiere.
3_Il progetto architettonico.
Canali
scheda docente
materiale didattico
Le lezioni ripercorreranno il dibattito sul destino dell'area, dall'epoca napoleonica in poi.
Da una tematizzazione come area monumentale, tuttavia accessibile al pubblico come prefigurato da Berthault, è progressivamente transitata una idea di spazio quotidiano che affievolisce le ragioni della tutela in funzione di una fruizione consapevole: il Parco archeologico del Colosseo (2017) andrebbe in questa direzione. La questione, oggetto di roventi dibattiti, è tuttora aperta, chiamando in causa i nodi della sostenibilità e compatibilità e, in ultima istanza, anche la necessità di una buffer zone destinata ad accogliere servizi e attrezzature per turisti e cittadini.
L’esperienza materiale del luogo deve tuttavia mantenere intatta la sua aura, consegnando alla collettività una viva consapevolezza del tempo attuale e accogliendo in forma problematica, allusiva ed enigmatica, il senso delle memorie.
• Insolera, I., Roma moderna, Einaudi, Torino, 1962.
• Clementi, A., Perego, F. (a cura di), La metropoli “spontanea”. Il caso di Roma, Roma, 1983.
• Aymonino, C., Progettare Roma capitale, Laterza, Roma-Bari, 1990.
• Palazzo, A.L. (a cura di), Campagne urbane. Paesaggi in trasformazione nell’area romana, Gangemi, Roma, 2005.
Programma
Il modulo si interroga sulla trattabilità di un tema complesso e delicato, quello dell'Area archeologica centrale di Roma, che si sviluppa nelle molteplici articolazioni della coppia permanenza-mutamento: l'Antico è messo in causa da se stesso e dalle proiezioni del Nuovo.Le lezioni ripercorreranno il dibattito sul destino dell'area, dall'epoca napoleonica in poi.
Da una tematizzazione come area monumentale, tuttavia accessibile al pubblico come prefigurato da Berthault, è progressivamente transitata una idea di spazio quotidiano che affievolisce le ragioni della tutela in funzione di una fruizione consapevole: il Parco archeologico del Colosseo (2017) andrebbe in questa direzione. La questione, oggetto di roventi dibattiti, è tuttora aperta, chiamando in causa i nodi della sostenibilità e compatibilità e, in ultima istanza, anche la necessità di una buffer zone destinata ad accogliere servizi e attrezzature per turisti e cittadini.
L’esperienza materiale del luogo deve tuttavia mantenere intatta la sua aura, consegnando alla collettività una viva consapevolezza del tempo attuale e accogliendo in forma problematica, allusiva ed enigmatica, il senso delle memorie.
Testi Adottati
• Insolera, I., Roma moderna, Einaudi, Torino, 1962.
• Clementi, A., Perego, F. (a cura di), La metropoli “spontanea”. Il caso di Roma, Roma, 1983.
• Aymonino, C., Progettare Roma capitale, Laterza, Roma-Bari, 1990.
• Palazzo, A.L. (a cura di), Campagne urbane. Paesaggi in trasformazione nell’area romana, Gangemi, Roma, 2005.
Bibliografia Di Riferimento
Testi di approfondimento • Aa.Vv., La Zona monumentale di Roma e l’opera della Commissione Reale, Unione Editrice, 1914. • Aa.Vv., Lo studio delle arti e il genio dell’Europa. Scritti di Quatrémère de Quincy e Pio VII Chiaromonti, Nuova Alfa, 1989. • Benevolo, L., (a cura di). Studio per la sistemazione della zona archeologia centrale, Laterza, 1985. • Benevolo, L., Scoppola, F., (a cura di), Roma. L’area archeologica centrale e la città moderna, De Luca, 1988. • Benevolo, L., Roma dal 1870 al 1990, Laterza, Roma-Bari, 1992. • Boyer, F., La conservation des monuments antiques à Rome sous Napoléon. In: Comptes rendus des séances de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, 87e année, n. 1: 101-108, 1943. • Caliari, P.F., Il Piranesi Prix de Rome e la call per Via de Fori Imperiali, “AR”, n. 116, 2017. • Caracciolo, C., Roma Capitale, Editori Riuniti, Roma, 1956. • Castagnoli, F., Cecchelli, C., Giovannoni G., Zocca, M., Topografia e urbanistica di Roma, Cappelli, Bologna, 1958. • Cederna, A., Mussolini urbanista. Lo sventramento di Roma negli anni del consenso, Laterza, 1980. • Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del Consiglio d'Europa (2000), Convenzione europea del paesaggio. • Cuccia, G., Urbanistica, edilizia, infrastrutture di Roma capitale 1870-1990, Laterza, Roma-Bari, 1991. • De Carolis, M., Fuina, D. (1986). Area archeologica centrale e città: criteri per la definizione di un quadro preliminare di indirizzi per la trasformazione e la valorizzazione dell’area archeologica centrale di Roma, Palombi. • “EcoWebTown, n. 18, 2018. • Fazzio, F., Gli spazi dell’archeologia. Temi per il progetto urbanistico, Officina, 2005. • Filippi, F., Ricostruire l’Antico prima del virtuale. Italo Gismondi. Un architetto per l’archeologia (1887-1974), Quasar, 2007. • Francovich, R., Manacorda, D. (a cura di). Dizionario di Archeologia, Voce ‘Archeologia Urbana’, Laterza, 2000. • Insolera, I., Perego, F., Storia moderna dei Fori di Roma: archeologia e città, Laterza, 1983. • INU Lazio, Il ruolo del Parco Archeologico Centrale Fori Appia-Antica rispetto a Roma di oggi e di domani, Atti del Convegno, Roma 25 giugno, 1986. • Lanciani, R. Forma urbis Romae, Tipografia Salomoni, 1901. • Longobardi, G., Piccinato, G, Quilici, V. (a cura di), Campagne romane, Firenze, Alinea, 2009. • Manieri Elia, M., Topos e Progetto, Gangemi, 1998. • Marcelloni, M., Pensare la città contemporanea – Il nuovo piano regolatore di Roma, Laterza, Roma-Bari, 2003. • Tocci, W., (2011) “Utopie ed eterotopie dell’accessibilità”, in R. Secchi, a cura di, “Future GRA”, Prospettive, Roma; reperibile al link http://archivio.eddyburg.it/article/articleview/16953/0/124/ • MIBACT, Roma Capitale. Commissione paritetica MiBACT-Roma Capitale per l’elaborazione di uno studio per un Piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’Area archeologica centrale di Roma, 2014. • Muñoz, A., L’isolamento del Colle Capitolino, Palombi, 1943. • Palazzo, A.L., L’intervento nelle aree con presenze archeologiche, in Colarossi P., Latini A.P., La progettazione urbana. Declinazioni e strumenti, Edizioni del Sole 24 ore, 2008, pp. 209-222. • Palombi, D., Rodolfo Lanciani: l'archeologia a Roma tra Ottocento e Novecento, L’Erma di Bretschneider, 2006. • Panella, R., Roma Città e Foro. Questioni di progettazione del Centro archeologico monumentale della Capitale, Officina, 1989. • Panella, R., Roma la città dei Fori. Progetto di sistemazione dell'area archeologica tra piazza Venezia e il Colosseo, Prospettive, 2013. • Panella, R., Via dei Fori Imperiali 1/ Al suo posto, un viadotto alla stessa quota con appoggi discreti, “Il Giornale dell’Architettura”, 2014. • “Romacentro”, fascicoli da 1 a 8, Palombi, Roma, 1986. • Tintori, S., Piano e pianificatori dall’età napoleonica al fascismo, Angeli, 1985. • “Urbanistica”: n. 28-29, 1959; n. 40, 1964; n. 46-47, 1966; n. 106, 1996; n. 110, 1998; n. 116, 2002.Modalità Erogazione
Piattaforma Microsoft TeamsModalità Frequenza
si richiede la frequenza ad almeno il 75% delle lezioniModalità Valutazione
La valutazione finale è in relazione ai risultati conseguiti attraverso le elaborazioni svolte nel corso dell’anno e alla capacità di argomentarne i contenuti teorici e metodologici, con riferimento ai contenuti delle lezioni, delle esercitazioni e dei seminari svolti durante l’anno ed alla bibliografia consigliata.
scheda docente
materiale didattico
La ciclabilità è l’occasione per riqualificare lo spazio urbano.
Nelle città le diseguaglianze, l’impoverimento, la marginalizzazione, la disgregazione e l’esclusione generano ingiustizia sociale e spaziale, ma anche reazioni e opportunità di sperimentare nuovi modelli di aggregazione, di gestione collettiva dei beni comuni e di riconoscimento di nuovo spazio pubblico. Il denominatore comune di queste nuove PRATICHE DI INNOVAZIONE SOCIALE e spaziale, ampiamente documentate ormai in tutta Europa, è dato dall’informalità dei processi che li supportano, guidata, tuttavia, da una visione e una progettualità condivisa.
Queste pratiche in parte informali assumono una dimensione politica perché capaci di esprimere forme di contrasto e resistenza all’ingiustizia sociale diffusa e all’impoverimento dell’ambiente. Inoltre queste pratiche sono in grado di CREARE COMUNITA’, stimolare la coesione sociale, sperimentare modelli innovativi di produzione e gestione dello spazio pubblico, oltre a reti alternative di produzione e commercio alimentare, rafforzare gli ecosistemi urbani incrementando la biodiversità urbana e contrastando il CAMBIAMENTO CLIMATICO.
L’URBANISTICA deve essere in grado di dialogare e comprendere le pratiche di cittadinanza attiva da parte dei cittadini, associazioni e soggetti privati riguardo i beni comuni.
Deve accettare la sfida di proporre una strategia di rigenerazione urbana che richieda di mettere in gioco tutte le componenti della nuova città utilizzando gli strumenti propri della disciplina e nuovi strumenti che rispondono alla sfida di nuove forme di collaborazione tra pubblico, privato e società civile: la città collaborativa.
Deve essere capace di individuare le priorità, ma anche di indeterminatezza programmatica, di agire gradualmente e selettivamente.
Deve essere capace di costituire la cornice dove far muovere i diversi attori tenendo insieme le grandi questioni della nostra epoca, come il cambiamento climatico e le necessità di adattamento della città, le nuove forme di marginalità e diseguaglianza con le dimensioni della fattibilità amministrativa ed economica delle trasformazioni. In questa ottica bisogna porre particolare attenzione alle comunità, a creare relazioni tra luoghi, individui e collettività. La rigenerazione non sarà solo urbana, ma anche e soprattutto sociale, con un diverso modello di città, derivato dalla resilienza, dal riciclo, dalla cultura e dal capitale umano.
Conseguentemente alla storica contrapposizione città-campagna e centro-periferia, dei modelli urbanistici del passato, va affiancato un modello che, garantendo un’adeguata distribuzione di servizi e funzioni, sia capace di restituire ai cittadini i tempi e gli spazi del vivere urbano, riconfigurare le relazioni sociali ed economiche, determinare politiche, rafforzare le armature connettive (relazioni ecologiche, infrastrutturali, funzionali, ecc.).
Il nuovo modello sarà chiamato a confrontarsi con differenti temi, quali:
• la città ecologica, l’adattamento della città ai cambiamenti climatici e la sfida della resilienza, l’intervento sullo spazio pubblico e sul sistema del verde, il recupero dei paesaggi della campagna romana e di quelli di margine, il progetto delle reti ecologiche e delle green infrastructures.
• la multifunzionalità degli spazi, la creazione di nuove centralità, la dotazione di servizi
• la promozione di partnership pubblico-privato, la gestione urbana attraverso patti di collaborazione
• la rigenerazione economica e la coesione sociale;
• La ridefinizione delle grandi e piccole infrastrutture urbane della mobilità
Le città contemporanee si trasformano, ma servono nuovi occhi e nuove sensibilità per vedere questi cambiamenti.
In pratica
Un laboratorio di sperimentazione per attivare nuove pratiche di rigenerazione urbana e sociale dello spazio pubblico attraverso la ridefinizione degli spazi a seguito della realizzazione di pista ciclabile. Da qui l’interesse per esplorare nuovi modi di guardare, raccontare, immaginare la città.
Gli studenti saranno chiamati a:
• conoscere sul campo attraverso l’esperienza diretta e la pratica del rilievo urbano
• narrare la città attraverso mappe di lavoro e tematiche
• incontrare le comunità e la pratica diretta di esperienze di partecipazione
• utilizzare l’analisi urbanistica tradizionale e l’inquadramento urbano
• intervenire attraverso la microurbanistica e l’azione urbana nel territorio
Il Laboratorio concentra la sua attenzione sul progetto dello spazio urbano inteso quale elemento strategico per la riqualificazione della città contemporanea e in particolare sullo SPAZIO PUBBLICO, quale elemento capace di strutturare l’insediamento, fornire una identità, costituire relazioni sociali e occasione di relazioni ambientali e funzionali a scala più ampia.
Il Laboratorio si propone come ottica di sperimentazione. Questa riguarderà il ripensamento dello spazio del quotidiano e dello spazio pubblico. La finalità è trovare e proporre la forma per il “buon abitare” nel convincimento che la sua costruzione sia obiettivo strutturale e irrinunciabile di qualsiasi strategia di assetto.
Nigro G. (1986). Storia e natura: punti fermi per un progetto per l’area romana. Urbanistica 84.
AA.VV. (2001). Urbanistica 116. Numero monografico dedicato a “Il nuovo piano di Roma”.
Gabellini P. (2001). Tecniche urbanistiche. Carocci editore.
Piccinato G (2002). Un mondo di città, (Prefazione e Capitolo I°), Edizioni di Comunità.
Programma
La CITTA’ è il luogo di sperimentazione e di azione del Laboratorio.La ciclabilità è l’occasione per riqualificare lo spazio urbano.
Nelle città le diseguaglianze, l’impoverimento, la marginalizzazione, la disgregazione e l’esclusione generano ingiustizia sociale e spaziale, ma anche reazioni e opportunità di sperimentare nuovi modelli di aggregazione, di gestione collettiva dei beni comuni e di riconoscimento di nuovo spazio pubblico. Il denominatore comune di queste nuove PRATICHE DI INNOVAZIONE SOCIALE e spaziale, ampiamente documentate ormai in tutta Europa, è dato dall’informalità dei processi che li supportano, guidata, tuttavia, da una visione e una progettualità condivisa.
Queste pratiche in parte informali assumono una dimensione politica perché capaci di esprimere forme di contrasto e resistenza all’ingiustizia sociale diffusa e all’impoverimento dell’ambiente. Inoltre queste pratiche sono in grado di CREARE COMUNITA’, stimolare la coesione sociale, sperimentare modelli innovativi di produzione e gestione dello spazio pubblico, oltre a reti alternative di produzione e commercio alimentare, rafforzare gli ecosistemi urbani incrementando la biodiversità urbana e contrastando il CAMBIAMENTO CLIMATICO.
L’URBANISTICA deve essere in grado di dialogare e comprendere le pratiche di cittadinanza attiva da parte dei cittadini, associazioni e soggetti privati riguardo i beni comuni.
Deve accettare la sfida di proporre una strategia di rigenerazione urbana che richieda di mettere in gioco tutte le componenti della nuova città utilizzando gli strumenti propri della disciplina e nuovi strumenti che rispondono alla sfida di nuove forme di collaborazione tra pubblico, privato e società civile: la città collaborativa.
Deve essere capace di individuare le priorità, ma anche di indeterminatezza programmatica, di agire gradualmente e selettivamente.
Deve essere capace di costituire la cornice dove far muovere i diversi attori tenendo insieme le grandi questioni della nostra epoca, come il cambiamento climatico e le necessità di adattamento della città, le nuove forme di marginalità e diseguaglianza con le dimensioni della fattibilità amministrativa ed economica delle trasformazioni. In questa ottica bisogna porre particolare attenzione alle comunità, a creare relazioni tra luoghi, individui e collettività. La rigenerazione non sarà solo urbana, ma anche e soprattutto sociale, con un diverso modello di città, derivato dalla resilienza, dal riciclo, dalla cultura e dal capitale umano.
Conseguentemente alla storica contrapposizione città-campagna e centro-periferia, dei modelli urbanistici del passato, va affiancato un modello che, garantendo un’adeguata distribuzione di servizi e funzioni, sia capace di restituire ai cittadini i tempi e gli spazi del vivere urbano, riconfigurare le relazioni sociali ed economiche, determinare politiche, rafforzare le armature connettive (relazioni ecologiche, infrastrutturali, funzionali, ecc.).
Il nuovo modello sarà chiamato a confrontarsi con differenti temi, quali:
• la città ecologica, l’adattamento della città ai cambiamenti climatici e la sfida della resilienza, l’intervento sullo spazio pubblico e sul sistema del verde, il recupero dei paesaggi della campagna romana e di quelli di margine, il progetto delle reti ecologiche e delle green infrastructures.
• la multifunzionalità degli spazi, la creazione di nuove centralità, la dotazione di servizi
• la promozione di partnership pubblico-privato, la gestione urbana attraverso patti di collaborazione
• la rigenerazione economica e la coesione sociale;
• La ridefinizione delle grandi e piccole infrastrutture urbane della mobilità
Le città contemporanee si trasformano, ma servono nuovi occhi e nuove sensibilità per vedere questi cambiamenti.
In pratica
Un laboratorio di sperimentazione per attivare nuove pratiche di rigenerazione urbana e sociale dello spazio pubblico attraverso la ridefinizione degli spazi a seguito della realizzazione di pista ciclabile. Da qui l’interesse per esplorare nuovi modi di guardare, raccontare, immaginare la città.
Gli studenti saranno chiamati a:
• conoscere sul campo attraverso l’esperienza diretta e la pratica del rilievo urbano
• narrare la città attraverso mappe di lavoro e tematiche
• incontrare le comunità e la pratica diretta di esperienze di partecipazione
• utilizzare l’analisi urbanistica tradizionale e l’inquadramento urbano
• intervenire attraverso la microurbanistica e l’azione urbana nel territorio
Il Laboratorio concentra la sua attenzione sul progetto dello spazio urbano inteso quale elemento strategico per la riqualificazione della città contemporanea e in particolare sullo SPAZIO PUBBLICO, quale elemento capace di strutturare l’insediamento, fornire una identità, costituire relazioni sociali e occasione di relazioni ambientali e funzionali a scala più ampia.
Il Laboratorio si propone come ottica di sperimentazione. Questa riguarderà il ripensamento dello spazio del quotidiano e dello spazio pubblico. La finalità è trovare e proporre la forma per il “buon abitare” nel convincimento che la sua costruzione sia obiettivo strutturale e irrinunciabile di qualsiasi strategia di assetto.
Testi Adottati
Insolera I. (1962). Roma Moderna. Einaudi (Nona edizione).Nigro G. (1986). Storia e natura: punti fermi per un progetto per l’area romana. Urbanistica 84.
AA.VV. (2001). Urbanistica 116. Numero monografico dedicato a “Il nuovo piano di Roma”.
Gabellini P. (2001). Tecniche urbanistiche. Carocci editore.
Piccinato G (2002). Un mondo di città, (Prefazione e Capitolo I°), Edizioni di Comunità.
Bibliografia Di Riferimento
Marcelloni M. (2003). Pensare la città contemporanea. Il nuovo piano regolatore di Roma. Laterza. Ricci L. (2008). Piano locale e…, Franco Angeli. Gabellini P. (2010). Fare urbanistica. Carocci editore. PPS/UN-Habitat (2012). Placemaking and the Future of Cities. INU (2013). Carta dello Spazio Pubblico. Secchi B. (2013). La città dei ricchi e la città dei poveri. Laterza. PPS (2014). Ten Strategies for Transforming Cities and Public Spaces through Placemaking. Oliva F. (2014). L’urbanistica italiana e la città europea. Urbanistica 152. UN-Habitat (2015). Global Public Space Toolkit. Caudo G. (2015). Roma Prossima, in: AA.VV. Roma 20-25 Nuovi cicli di vita della metropoli, p. 18-31. Quodlibet.Modalità Erogazione
Il Laboratorio è articolato su lezioni, seminari e attività laboratoriale sulla pianificazione urbanistica e la riqualificazione urbana alle diverse scale. E’ previsto l’apporto di docenti esterni. I contributi di ogni lezione saranno integrati e alternati, oltre che da apporti culturali esterni, anche da apporti di natura multimediale e da attività di collaborazione con network multidisciplinari a carattere seminariale. Durante il corso si svolgeranno esercitazioni in aula e attività laboratoriali in aula e sul campo.Modalità Frequenza
Non vi sono prerequisiti ulteriori rispetto a quelli individuati dal Corso di Laurea. Si devono rispettare le propedeuticità per fare l’esame. E’ richiesta una presenza minima come previsto dal Corso di Laurea (75% presenze). Si firmerà all’ingresso e all’uscita Sono previste verifiche periodiche sullo stato d’avanzamento dei lavori ed esercitazioni e lavori individuali e di gruppo.Modalità Valutazione
L’esame è individuale ed è composto da una parte orale e dalla valutazione delle esercitazioni e degli elaborati d’esame svolti in gruppo e prodotti durante il semestre. L’esame consisterà nella valutazione e discussione degli elaborati. Sarà valutata la capacità di comunicare la struttura progettuale e la coerenza tra il tema, le analisi, gli obiettivi individuati e le scelte operative effettuate in applicazione dei concetti teorici e pratici sviluppati durante il semestre. Sono previste verifiche periodiche sullo stato d’avanzamento dei lavori ed esercitazioni e lavori individuali e di gruppo. Gli elaborati di esame consistono in elaborati alla scala urbana (1:25.000/50.000) e alla scala di progetto (1:5.000 e 1:10.000).