Il corso insegna i metodi di lettura del territorio antropizzato alle diverse scale (del paesaggio, dell¹insediamento urbano, delle singole architetture) e nelle permanenze residue delle diverse epoche che nel tempo hanno contribuito a strutturarlo. La lettura dei segni diacronici dell’antropizzazione è un ambito proprio delle discipline architettoniche: il corso (due moduli di progettazione architettonica e due moduli di restauro architettonico) insegna a riconoscere i segni di permanenza e di trasformazione del territorio al fine di conservarli, valorizzarli e aggiornarli al presente.
scheda docente
materiale didattico
… La costruzione del pensiero e soprattutto delle attività creative, dipende dalla nostra abilità a porre domande, ad interagire con ciò che costituisce il nostro contesto vitale , ovvero il nostro passato.
In questo senso il territorio ( il paesaggio e la sua archeologia), in assenza dell’uomo che lo interroga è sempre indeterminato, inconsapevole, né bello né brutto, senza confini, senza centro.
Luogo dello spaesamento della mente.
Attende solo da noi, dagli occhi che vedono, il compiersi della sua metamorfosi, il suo completamento e il suo divenire forma.
L’educazione a comprendere le cose che ci circondano ( quindi la capacità critica di interrogare la realtà ) ascoltando l’eco del passato che innerva e permea il sensibile ( quel moto discendente verso il linguaggio primo) “…segna la via per accedere alla radice da cui si dipartono le ragioni espressive delle cose: scendere alla radice significa giungere al fondamento, al silenzio da cui nessuna parola si è separata."
R.Assunto, Il paesaggio e l’estetica, Novecento 2006
S. Schama, Paesaggio e Memoria, Mondadori,
F. F.Armesto, La nascita delle civiltà, Mondadori, 2010
Mutuazione: 21010032-2 ARTI E SCIENZE DEL TERRITORIO - parte 2 in Scienze dell'architettura L-17 FRANCIOSINI LUIGI
Programma
Occhi che vedono… La costruzione del pensiero e soprattutto delle attività creative, dipende dalla nostra abilità a porre domande, ad interagire con ciò che costituisce il nostro contesto vitale , ovvero il nostro passato.
In questo senso il territorio ( il paesaggio e la sua archeologia), in assenza dell’uomo che lo interroga è sempre indeterminato, inconsapevole, né bello né brutto, senza confini, senza centro.
Luogo dello spaesamento della mente.
Attende solo da noi, dagli occhi che vedono, il compiersi della sua metamorfosi, il suo completamento e il suo divenire forma.
L’educazione a comprendere le cose che ci circondano ( quindi la capacità critica di interrogare la realtà ) ascoltando l’eco del passato che innerva e permea il sensibile ( quel moto discendente verso il linguaggio primo) “…segna la via per accedere alla radice da cui si dipartono le ragioni espressive delle cose: scendere alla radice significa giungere al fondamento, al silenzio da cui nessuna parola si è separata."
Testi Adottati
T. W Potter, Storia del paesaggio dell'Etruria meridionale. La Nuova Italia Scientifica, 1985R.Assunto, Il paesaggio e l’estetica, Novecento 2006
S. Schama, Paesaggio e Memoria, Mondadori,
F. F.Armesto, La nascita delle civiltà, Mondadori, 2010
Modalità Erogazione
Il contributo prevede un ciclo di lezioni teoriche intese a sperimentare attraverso l’analisi di casi esemplari il rapporto la forma-sostanza del suolo e i caratteri delle trasformazioni antropiche. Il campo di riflessione si concentrerà sul territorio dell’alto Lazio ( Etruria Meridionale) e su Roma.Modalità Frequenza
Per il 75% della durata del corsoModalità Valutazione
prova orale