Il corso mira a fornire gli elementi della disciplina, della metodologia e della tecnica per intervenire in quelle aree urbane, storiche e non, identificate dal 1978 dalla legge 457, che ha introdotto lo strumento del piano di ripristino. Questo anche e soprattutto alla luce dell'evoluzione che lo strumento aveva nel corso degli anni e delle attuali dinamiche urbane, sempre più interessate al recupero delle aree urbane esistenti.
scheda docente
materiale didattico
Un centro storico, in particolare, costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano che a singoli elementi del patrimonio edilizio, anche di rilevante valore. Qualsiasi intervento di rilevanza urbanistica che lo interessi è pertanto un'operazione evidentemente complessa perché “si tratta, in primo luogo, di conoscerlo e riconoscerlo, così da comprenderne le caratteristiche - spaziali, documentali, funzionali - che lo identificano” (G.Piccinato, 2008).
Comprenderne, in sostanza, il ruolo territoriale.
Ma anche, e soprattutto, comprendere la visione che ne hanno gli abitanti e gli utenti (“a chi appartiene il centro storico?”).
Il corso mira a fornire gli elementi della disciplina, della metodologia e della tecnica per intervenire in quelle aree urbane, storiche e non, identificate dal 1978 dalla legge 457, che ha introdotto lo strumento del piano di ripristino. Questo anche e soprattutto alla luce dell'evoluzione che lo strumento aveva nel corso degli anni e delle attuali dinamiche urbane, sempre più interessate al recupero delle aree urbane esistenti.
Il corso si articolerà pertanto attraverso le seguenti quattro fasi di lavoro, correlate e consecutive:
1. il recupero urbanistico: contesto scientifico e evoluzione del dibattito disciplinare
In questa fase si definirà il contesto scientifico del recupero urbanistico (“di cosa parliamo?”) nell’ambito della disciplina urbanistica e si percorrerà la storia del dibattito disciplinare che, a partire dagli Anni Cinquanta, si è rivolto ai contesti urbani storici e successivamente anche a quelli degradati sia sotto il profilo fisico che quello sociale.
2. la legislazione specifica e gli strumenti urbanistici
Si analizzeranno i testi delle leggi che riguardano l’intervento in contesti storici e in generale il patrimonio edilizio e urbano esistente e i relativi strumenti urbanistici, a partire dal Piano di Recupero (art. 27 della L. 457 del 1978), fino ad arrivare ai programmi integrati degli Anni Novanta.
3. le tecniche
Lo studio delle tecniche di intervento in contesti storici si avvarrà dello studio di piani di recupero e di piani particolareggiati di centri storici e non, verificandone gli obiettivi, i contenuti, le modalità tecniche, gli aspetti procedurali e, infine, la vicenda attuativa.
4. una sperimentazione.
Contestualmente alla parte teorica disciplinare si affronterà lo studio di un porzione di un contesto urbano storico per impostarne una strategia integrata di recupero e valorizzazione, che comprenderà il Piano di Recupero, il Piano della Mobilità, il Programma delle Opere Pubbliche, lo studio di fattibilità socio-economica, e individuarne le politiche urbane collegate e i meccanismi di progettazione partecipata.
Programma
Parlare di recupero urbanistico oggi costituisce una opportunità per conoscere e quindi valorizzare il ricco patrimonio di nuclei, quartieri e città che forma la maggioranza dei contesti urbani in cui viviamo.Un centro storico, in particolare, costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano che a singoli elementi del patrimonio edilizio, anche di rilevante valore. Qualsiasi intervento di rilevanza urbanistica che lo interessi è pertanto un'operazione evidentemente complessa perché “si tratta, in primo luogo, di conoscerlo e riconoscerlo, così da comprenderne le caratteristiche - spaziali, documentali, funzionali - che lo identificano” (G.Piccinato, 2008).
Comprenderne, in sostanza, il ruolo territoriale.
Ma anche, e soprattutto, comprendere la visione che ne hanno gli abitanti e gli utenti (“a chi appartiene il centro storico?”).
Il corso mira a fornire gli elementi della disciplina, della metodologia e della tecnica per intervenire in quelle aree urbane, storiche e non, identificate dal 1978 dalla legge 457, che ha introdotto lo strumento del piano di ripristino. Questo anche e soprattutto alla luce dell'evoluzione che lo strumento aveva nel corso degli anni e delle attuali dinamiche urbane, sempre più interessate al recupero delle aree urbane esistenti.
Il corso si articolerà pertanto attraverso le seguenti quattro fasi di lavoro, correlate e consecutive:
1. il recupero urbanistico: contesto scientifico e evoluzione del dibattito disciplinare
In questa fase si definirà il contesto scientifico del recupero urbanistico (“di cosa parliamo?”) nell’ambito della disciplina urbanistica e si percorrerà la storia del dibattito disciplinare che, a partire dagli Anni Cinquanta, si è rivolto ai contesti urbani storici e successivamente anche a quelli degradati sia sotto il profilo fisico che quello sociale.
2. la legislazione specifica e gli strumenti urbanistici
Si analizzeranno i testi delle leggi che riguardano l’intervento in contesti storici e in generale il patrimonio edilizio e urbano esistente e i relativi strumenti urbanistici, a partire dal Piano di Recupero (art. 27 della L. 457 del 1978), fino ad arrivare ai programmi integrati degli Anni Novanta.
3. le tecniche
Lo studio delle tecniche di intervento in contesti storici si avvarrà dello studio di piani di recupero e di piani particolareggiati di centri storici e non, verificandone gli obiettivi, i contenuti, le modalità tecniche, gli aspetti procedurali e, infine, la vicenda attuativa.
4. una sperimentazione.
Contestualmente alla parte teorica disciplinare si affronterà lo studio di un porzione di un contesto urbano storico per impostarne una strategia integrata di recupero e valorizzazione, che comprenderà il Piano di Recupero, il Piano della Mobilità, il Programma delle Opere Pubbliche, lo studio di fattibilità socio-economica, e individuarne le politiche urbane collegate e i meccanismi di progettazione partecipata.
Testi Adottati
Mario Cerasoli, Gianluca Mattarocci (a cura di), Rigenerazione urbana e mercato immobiliare. RomaTrE-Press, Roma 2018Bibliografia Di Riferimento
AA.VV. (2014), GBC Historic Building. GBC Italia, Rovereto (TN),2014 AA.VV. (1995), Il Ghetto di Roma. Progetto di recupero urbano ed edilizio. Edizioni Kappa, Roma, 1995 AA.VV. (1978), Interventi nel centro storico. Confronto fra esperienze operative promosso dall'assessorato per gli interventi nel centro storico del Comune di Roma. Dedalo libri, Bari, 1978. AA.VV. (1973), L’intervento pubblico nei centro Storici. Problemi sociali, giuridici, economici, architettonici e tecnici. Edizioni di “Edilizia Popolare” (anno XX n. 110 gennaio-febbraio 1973) Ottavia Aristone, Anna Laura Palazzo (2000), Città storiche. Interventi per il riuso. Edizioni Il Sole 24 Ore, Milano, 2000. Mario Cerasoli (2010), Il recupero dei centri storici: la “modulazione della tutela”. L’esperienza del Piano di Recupero per il Centro Storico di Formello (Roma). Atti della XIII Conferenza SIU . Roma, 25-27 febbraio 2010 Giuliano Dall'Ò (2014), Smart city. La rivoluzione intelligente delle città. Il Mulino, Bologna, 2014. D. Esposito, S. Passigli (2014), "Ripartizioni urbane e sviluppo edilizio a Sutri fra XVI e XIX secolo". In: G. Villa (a cura di) (2014), "Storie di città e architetture. Scritti in onore di Enrico Guidoni". Edizioni Kappa, Eoma, 2014. Marcello Fabbri (1983), L’urbanistica italiana dal dopoguerra a oggi. Storia, ideologie, immagini. De Donato Editore, Bari, 1983. Paola Falini (a cura di) (1986), Il recupero rinnovato. Esperienze e strategie urbane degli anni ’80. Edizioni Kappa, Roma, 1986 Bruno Gabrielli (1993), Il Recupero della città esistente. Saggi 1968-1992. Etaslibri, Milano, 1993. Serge Latouche (2008), Breve trattato sulla decrescita serena. Bollati Beringhieri, Milano, 2008 Enrico Valeriani (a cura di) (1987), San Paolino alla regola. Piano di recupero e restauro. Quaderni dell’assessorato per gli interventi sul centro storico del Comune di Roma. Edizioni Kappa, Roma, 1987 Marcello Vittorini (a cura di), Dallo spreco edilizio alla politica di recupero dell’esistente. Guida Editori. Napoli, 1978Modalità Erogazione
Il corso si articolerà in lezioni, seminari, visite guidate e laboratori progettuali. Durante il Corso si svolgerà un workshop progettuale intensivo della durata di sei giorni. Il corso, opzionale, è aperto ad un numero massimo di 30 (TRENTA) studenti iscritti alle tre lauree magistrali ed avrà la durata di 100 ore (8 cfu).Modalità Valutazione
Per sostenere l’esame gli studenti dovranno dare prova individualmente di aver acquisito gli elementi della disciplina forniti durante il corso e illustrare il prodotto della loro esercitazione. L'esame si svolgerà "a distanza", utilizzando la piattaforma Microsoft TEAMS (già utilizzata durante il corso). Gli elaborati progettuali finali dovranno essere caricati sull'archivio del TEAMS 3 giorni prima dell'esame.