Il carattere interdisciplinare del corso consente di riconoscere e descrivere gli ambiti di paesaggio naturali e artificiali nei quali interviene, di confrontarsi in modo consapevole con le diverse fasi di antropizzazione, con la storia e la forma delle strutture urbane.
scheda docente
materiale didattico
Obiettivo principale del corso è comprendere tale complessità nell’ambito del progetto degli spazi aperti urbani, far acquisire agli allievi la consapevole capacità di governarla e valorizzarla sul piano culturale, etico, figurativo, ambientale, attraverso la formazione di una sensibilità ricettiva e attenta alle diverse componenti del progetto (competenza di ascolto e di sguardo) e di una abilità tecnica specifica (competenza di intervenire e trasformare).
Il progetto dello spazio aperto si può declinare in una moltitudine di specie di spazi: giardini, parchi, rive, aree residuali, orti, piazze, corti, strade, parcheggi, e così via, a loro volta suscettibili a ulteriori specifiche articolazioni tematiche, oltre che a reciproche ibridazioni. Alcune di queste categorie sono il lascito di una lunga e preziosa eredità storica, altri invece ci parlano della contemporaneità e della continua trasformazione degli spazi urbani. Su di essi ci si soffermerà con particolare attenzione.
Il corso ha carattere teorico e progettuale ed è articolato in tre moduli – modulo 1. “Ecologia Vegetale”; modulo 2, “Rappresentazione del paesaggio”; modulo 3, “Architettura del paesaggio” – che lavorano in modo sinergico per offrire un quadro di conoscenze metodologiche, teoriche e operative finalizzate al progetto di architettura del paesaggio in ambito urbano.
M. Corrado e A. Lambertini, Atlante delle nature urbane. Centouno voci per i paesaggi quotidiani, Editrice Compositori, 2011.
G. Cullen, Il paesaggio urbano, Calderini 1976.
K. Lynch, L’immagine della città, Marsilio 1964.
C. W. Moore, W. J. Mitchel, W. Turnbull, The poetics of gardens, MIT Press, Cambridge-London 1988, trad. it. La poetica dei giardini, Muzzio Editore 1991.
D. Pandakovic, Dal Sasso A., Saper vedere il paesaggio, Ed. CittàStudi, 2009.
F. Panzini, Progettare la natura – Architettura del paesaggio e dei giardini dalle origini all’epoca contemporanea, Zanichelli 2005.
F. Zagari, Questo è paesaggio – 48 definizioni, Gruppo Mancosu editore 2006.
F. Zagari, Sul paesaggio. Lettera aperta, Libria 2013.
Programma
Questo corso si colloca sull’orizzonte disciplinare dell’architettura del paesaggio: utilizza gli strumenti propri del progetto di architettura – intesa come arte e tecnica di dare forma allo spazio - con materiali, metodi e approcci propri della disciplina del paesaggista. È una disciplina complessa perché insiste sulle relazioni più che sui manufatti, sui processi più che sugli esiti; perché vi prevale l’utilizzo di materiali naturali e vive in dimensioni temporali evolutive e cicliche; perché procede per strategie e programmi più che per forme; perché richiede la contaminazione di diverse competenze professionali (botanica, geologia, ingegneria naturalistica, scienze ambientali, economia e sociologia …); perché è interscalare e non procede in modo meccanico dal generale al particolare; perché richiede lo studio e l’interpretazione di aspetti comportamentali e sociali.Obiettivo principale del corso è comprendere tale complessità nell’ambito del progetto degli spazi aperti urbani, far acquisire agli allievi la consapevole capacità di governarla e valorizzarla sul piano culturale, etico, figurativo, ambientale, attraverso la formazione di una sensibilità ricettiva e attenta alle diverse componenti del progetto (competenza di ascolto e di sguardo) e di una abilità tecnica specifica (competenza di intervenire e trasformare).
Il progetto dello spazio aperto si può declinare in una moltitudine di specie di spazi: giardini, parchi, rive, aree residuali, orti, piazze, corti, strade, parcheggi, e così via, a loro volta suscettibili a ulteriori specifiche articolazioni tematiche, oltre che a reciproche ibridazioni. Alcune di queste categorie sono il lascito di una lunga e preziosa eredità storica, altri invece ci parlano della contemporaneità e della continua trasformazione degli spazi urbani. Su di essi ci si soffermerà con particolare attenzione.
Il corso ha carattere teorico e progettuale ed è articolato in tre moduli – modulo 1. “Ecologia Vegetale”; modulo 2, “Rappresentazione del paesaggio”; modulo 3, “Architettura del paesaggio” – che lavorano in modo sinergico per offrire un quadro di conoscenze metodologiche, teoriche e operative finalizzate al progetto di architettura del paesaggio in ambito urbano.
Testi Adottati
E. Belfiore, Il verde e la città. Idee e progetti dal Settecento ad oggi, Gangemi Editore 2005.M. Corrado e A. Lambertini, Atlante delle nature urbane. Centouno voci per i paesaggi quotidiani, Editrice Compositori, 2011.
G. Cullen, Il paesaggio urbano, Calderini 1976.
K. Lynch, L’immagine della città, Marsilio 1964.
C. W. Moore, W. J. Mitchel, W. Turnbull, The poetics of gardens, MIT Press, Cambridge-London 1988, trad. it. La poetica dei giardini, Muzzio Editore 1991.
D. Pandakovic, Dal Sasso A., Saper vedere il paesaggio, Ed. CittàStudi, 2009.
F. Panzini, Progettare la natura – Architettura del paesaggio e dei giardini dalle origini all’epoca contemporanea, Zanichelli 2005.
F. Zagari, Questo è paesaggio – 48 definizioni, Gruppo Mancosu editore 2006.
F. Zagari, Sul paesaggio. Lettera aperta, Libria 2013.
Bibliografia Di Riferimento
SULLO SPAZIO PUBBLICO - S. Anderson, Strade, Dedalo, 1982. - B. Secchi, "Lo spessore della strada", in Casabella 553-554/1989. - D. Appleyard, K. Lynch, J. R. Myer, The view from the road, MIT Press, 1965. - I. Cortesi, Il progetto del vuoto. Public space in motion 2000-2004, Alinea, 2004. - G. Dupuy, Automobile e città, Il Saggiatore, 1997. - G. Franco Repellini, Sulle strade della città. Luoghi progetti sentimenti, Franco Angeli, 2003. - K. Lynch e M. Southworth, Designing and Managing the Strip, Joint Center for Urban Studies of M.I.T. and Harvard University, 1974. - A. Moretti (a cura), La strada. Un progetto a molte dimensioni, Franco Angeli, 1996. - "L’architettura della strada", Casabella 553-554/1989. - "La Calle", Paisea 004/2007. - "La Calle 2", Paisea 021/2013. - "Corredores verdes", numero monografico de Paisea. Revista de Paisajismo, numero 030/2013. SUL PARCO PUBBLICO - E. Belfiore, Il verde e la città. Idee e progetti dal Settecento ad oggi, Gangemi Editore, 2005. - G. Celestini, L'architettura dei parchi a Barcellona: nuovi paesaggi metropolitani, Gangemi, 2002 - I. Cortesi, Il Parco pubblico: paesaggi 1985-2000, Motta architettura, 2000. - J. Czerniak and G. Hargreaves, Large Parks, Princeton Architectural Press, 2007. - G. Laganà, Parks. Riflessioni sui parchi urbani contemporanei, Aracne, 2017. - A. Lambertini, Fare parchi urbani: etiche ed estetiche del progetto contemporaneo in Europa, Firenze University Press, 2006. - F. Panzini, Per i piaceri del popolo. L'evoluzione del giardino pubblico in Europa dalle origini al XX secolo, Zanichelli, 1993. - "Parque urbano", Paisea 002/2006. - "Parque urbano2", Paisea 017/2011. - "Parque urbano2", Paisea 032/2013. SULLA CITTÀ DI ROMA - L. Benevolo, Roma dal 1870 al 1990, Edizioni Laterza, 1992. - V. Calzolari, Storia e natura come sistema. Un progetto per il territorio libero dell'area romana, Argos, 1999. - R. Cassetti e M. Fagiolo, Roma. Il verde e la città, Gangemi, 2002. - A. M. Damigella e N. Cardano, La campagna romana de «I XXV», De Luca Editori, 2005. - R. Funiciello, G. Giordano e A. Praturlon, La geologia di Roma dal centro storico alla periferia, Ist. Poligrafico dello Stato, 2008. - G. Longobardi, G. Piccinato, V. Quilici, Campagne romane, Alinea, 2009. - P. P. Pasolini, Storie della città di Dio: racconti e cronache romane (1950-1966), Einaudi, 1995. - D. Pasquinelli D'Allegra, La forma di Roma. Un paesaggio urbano tra storia, immagini e letteratura, Carocci, 2006. - D. Pasquinelli D'Allegra, Roma. Il senso del luogo, Carocci, 2015. - L. Quaroni, Immagine di Roma, Laterza, 1969. - G. Strappa, Studi sulla periferia est di Roma, Franco Angeli, 2012. SULLA VEGETAZIONE - C. Bourgery e L. Mailliet, L'arboriculture urbaine, Editeur IDF, 1993. - L. Catalano, "Come scegliere le piante", in F. Zagari, Manuale di progettazione. Giardini, Mancosu, 2009. -"El elemento vegetal", Paisea 010/2009. - C. Leonardi e F. Stagi, Architettura degli alberi, Edizioni Mazzotta, 1998. - D. Pandakovic, Architettura del paesaggio vegetale, Unicopli, 2000. - S. Pignatti et al., Ecologia vegetale, UTET, 1995. - O. Polunin e M. Walters, Guida alle vegetazioni d'Europa, Zanichelli, 1987. - M. Sgandurra, “Principi di planting”, in F. Zagari, Manuale di progettazione. Giardini, Mancosu 2009. - J. Simon, L’arte di conoscere gli alberi, Edizioni Mursia, 1966. - Studi di flora, vegetazione ed ecologia del paesaggio delle aree Naturali Protette gestite da RomaNatura, liberamente scaricabile dal web SULL'ECOLOGIA: - E. Odum, Ecologia, Zanichelli, 1987. SULL'ECOLOGIA DEL PAESAGGIO: - R. T. Forman, Land Mosaics. The Ecology of Landscapes and Regions, Cambridge University Press, 1995. SULL'ECOLOGIA URBANA: - R. T. Forman, Urban Ecology Science of Cities, Cambridge University Press, 2014. SULLA RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO: - M. G. Cianci, Metafore. Rappresentazione e interpretazioni di paesaggi, Alinea, 2008. - M. G. Cianci, Rappresentazione del paesaggio. Metodi, strumenti e procedure per l'analisi e la rappresentazione, Alinea, 2008. - A. Pittaluga, Il Paesaggio nel territorio, Hoepli, 1987. - L. De Luca, La Fotomodellazione Architettonica, Dario Flaccovio Editore, 2011. - M. Folin, Rappresentare la città. Topografie urbane nell’Italia di antico regime, Diabasis, 2010. - A. Metta, Paesaggi d'autore. Il Novecento in 120 progetti, Alinea, 2008. - D. Stroffolino, La città misurata. Tecniche e strumenti di rilevamento nei trattati a stampa del Cinquecento, Salerno Editore, 1999.Modalità Erogazione
Il corso si articola in attività seminariali teoriche (LEZIONI) e applicative (LABORATORIO). ¬ Seminari teorici Modulo 1 – Le lezioni dell’insegnamento di Ecologia Vegetale saranno volte a fornire conoscenze di base di Botanica ed Ecologia Vegetale in relazione a pattern, processi e paradigmi di Ecologia del Paesaggio ed Ecologia Urbana. In particolare saranno proposti elementi botanici di sistematica e fisiologia vegetale focalizzati da un punto di vista ecologico di complessità, relazione, successione e resilienza e contestualizzati in un paesaggio antropico altamente eterogeneo e frammentato come quello di Roma. Modulo 2 – Le lezioni di Rappresentazione del Paesaggio saranno finalizzate a fornire le basi conoscitive e pratiche per la gestione analogica e digitale del progetto di paesaggio. Alcune lezioni saranno dedicate alle tecniche fotografiche, alla gestione delle immagini, alla post produzione e composizione di render di progetto attraverso software di fotoritocco. Agli studenti saranno proposte le nuove tendenze della rappresentazione del paesaggio, in modo che possano riproporre le tecniche anche nei progetti del tema d’anno. Modulo 3 – Le lezioni dell’insegnamento di Architettura del Paesaggio saranno volte all'apprendimento delle basi del progetto degli spazi aperti in ambito urbano, in chiave sia sintattico/compositiva sia storico/critica. Saranno poi dedicate comunicazioni specifiche sulle teorie, i metodi e le pratiche tra i più significativi del progetto del paesaggio contemporaneo, verificando come trovino nell'attraversamento delle scale, nell'ibridazione funzionale, spaziale ed estetica i propri caratteri più marcatamente innovativi. ¬ Laboratorio Il laboratorio si articola in due momenti: il sapere (Quadro delle conoscenze) e il sapere fare (Proposte trasformative), tra loro intimamente connessi e sarà condotto in maniera congiunta dai tre moduli di cui si compone il corso. Il Laboratorio comincia il primo giorno del corso. Ci si attende che gli studenti lavorino in aula, affiancati dai docenti, per tutta la durata del corso. 1_ Quadro delle conoscenze La conoscenza dei luoghi si esprime attraverso la capacità di decodificare i segni e renderli materia attiva del progetto. Essa deriva dalla comprensione delle azioni —materiali e immateriali, autopoietiche e antropiche— che li hanno prodotti. Inoltre riguarda non solo i segni già presenti, ma anche quelli latenti, che si annunciano per via dei processi —ambientali, sociali, economici, urbanistici, ecc.— già in corso. Il quadro delle conoscenze, perciò, nelle sue diverse declinazioni, è volto a evidenziare le relazioni tra segni e azioni e non può prescindere dalla dimensione temporale dei fenomeni osservati. Sarà così possibile rinvenire le matrici e le permanenze strutturali del paesaggio osservato, evidenziando i cicli ancora attivi, tendenziali e quelli interrotti. Mappe, cartografie, fotografie e altri tipi di rappresentazioni consentiranno di restituire il carattere dinamico dei principali sistemi territoriali: vegetali; idrologici; del tessuto edilizio; delle infrastrutture, della mobilità; delle attività e funzioni, con lo scopo di evidenziare per ognuno di essi il carattere di ciò che è "invariante" e ciò che è più marcatamente evolvente. La conoscenza sarà esito del sedimentarsi di diverse esperienze esplorative, da condurre sui territori reali e sui documenti, dunque mediante visite, sopralluoghi, rilievi fotografici, geometrici e materiali. 2_ Proposte Il progetto si articolerà in due fasi: il telaio e gli ambiti. 2a_ Il telaio Obiettivo preliminare del progetto è acquisire strategie di intervento riferite alla scala urbana, con lo scopo specifico di individuare strategie di legatura tra diversi spazi aperti. Per questo chiamiamo questa prima fase del progetto "telaio", proprio perché costituisce un'orditura, un'intelaiatura di connessioni spaziali e ambientali. Il telaio si esprime mediante schemi di masterplan, dai quali emergano proposte progettuali utili alla connessione e qualificata relazione tra gli spazi urbani limitrofi, e assume un tenore intermedio tra strategia e configurazione, attestandosi su una scala di 1:5.000. La consegna degli elaborati avverrà in forma cartacea e digitale, in occasione di una mostra-dibattito in cui si illustreranno e discuteranno le proposte avanzate. La consegna sarà oggetto di valutazione sulla scorta dei seguenti criteri: - congruenza tra diagnosi e indirizzi di progetto; - pertinenza e chiarezza delle linee guida che orienteranno le azioni successive. 2b_ Il sito L’approfondimento riguarderà alcuni siti specifici e sarà volto a definirne l'assetto spaziale complessivo , in coerenza con quanto definito in sede di proposta di telaio. Gli elaborati minimi dovranno comprendere: - Planivolumetria del progetto in scala 1:500; - Diagrammi e schemi dei principali sistemi di progetto, materiali e immateriali, tra cui attività, regia del movimento, trame vegetali; - Sezioni dell'ambito di progetto scelto in scala 1:200; - Rappresentazioni tridimensionali, a tecnica libera; - Abaco delle scelte botaniche; - Fenologia; - Pattern, sesti di impianto e/o densità; - Variazioni di habitus, cicliche ed evolutive. La consegna di tutti gli elaborati avverrà in forma cartacea e digitale, in coincidenza con la data di esame.Modalità Frequenza
Il corso è a frequenza obbligatoria e sarà necessario aver seguito almeno il 75% delle attività in aula per poter accedere alla prova di esame.Modalità Valutazione
L’esame si svolgerà attraverso l’esposizione del lavoro svolto e un colloquio sui temi principali trattati nel corso delle lezioni. Oggetto di valutazione sarà l’acquisizione dei riferimenti culturali, teorici e di metodo specifici della disciplina, emersa da: - frequenza attiva a tutte le attività didattiche del corso; - risultati conseguiti nelle consegne intermedie; - progetto finale, i cui criteri di valutazione saranno riconducibili alla qualità spaziale e ambientale delle configurazioni proposte e alla qualità della rappresentazione; - il colloquio finale, basato sulla capacità di rielaborazione critica dei contenuti delle lezioni e dei testi indicati e/o forniti durante il corso. Gli elaborati minimi dovranno comprendere: -Planivolumetria di progetto in scala 1:1000; -Diagrammi e schemi dei principali sistemi di progetto, materiali e immateriali, tra cui attività, regia del movimento, trame vegetali; -Sezioni dell'ambito di progetto scelto in scala1:500; -Rappresentazioni tridimensionali, a tecnica libera; -Abaco delle scelte botaniche; -Fenologia e variazioni di habitus, cicliche ed evolutive; -Pattern, sesti di impianto e/o densità.