Nell’ambito delle attività del progetto nazionale CHANGES il gruppo di ricerca composto da Giovanni Caudo e Federica Fava del Dipartimento di Architettura, presenta la Mostra
Un’idea di Natura
Riconciliarsi con il trauma, la Centrale Idroelettrica di Nazzano e la stratificazione storica dei paesaggi del Tevere
La mostra sarà inaugurata giovedì 18 settembre 2025 alle 18.00 e resterà aperta fino a sabato 4 ottobre 2025 presso la sala mostre del Museo del Fiume, piazza della Rocca a Nazzano /Roma).
La costruzione della diga e della centrale idroelettrica di Nazzano, avviata nel 1953 e inaugurata nel 1956, ha segnato un momento di svolta nella storia della valle del Tevere. Il paesaggio agricolo, fatto di campi coltivati, frutteti e guadi, fu sommerso dall’acqua del nuovo bacino artificiale. Quella trasformazione, pensata per produrre energia elettrica nell’ambito di un più ampio piano di elettrificazione del Tevere, messo a punto negli anni ’40 quando Roma superò un milione di abitanti, fu vissuta dai cittadini come promessa di modernità e benessere, ma anche come trauma collettivo: espropri, spostamenti, perdita di luoghi familiari.
Nel tempo, però, da quell’alterazione radicale è emersa una nuova natura. L’innalzamento del livello dell’acqua e il rallentamento della corrente hanno favorito la formazione di canneti, boschi ripariali e isolotti, che hanno reso l’area un habitat privilegiato per la fauna acquatica e per gli uccelli migratori. Nel 1979 questo processo ha trovato riconoscimento nell’istituzione della Riserva Naturale Regionale Nazzano, Tevere-Farfa: un luogo dove tecnica e ambiente si intrecciano, generando nuove forme di paesaggio.
La mostra propone un viaggio attraverso fotografie d’archivio, mappe storiche, video-interviste e documenti che ricostruiscono la stratificazione dei paesaggi locali: dal lavoro nei campi alla costruzione della diga, dalle draghe che pulivano i fondali fino alla nascita della riserva. Le voci degli abitanti raccontano la meraviglia e le difficoltà, il lavoro e le speranze, le memorie personali e collettive che hanno accompagnato questa storia.
“Un’idea di Natura” invita a riconoscere la centrale idroelettrica non solo come infrastruttura tecnica, ma come parte di un patrimonio culturale e ambientale che appartiene a tutti. Un paesaggio elettrico diventato bene comune, che oggi si offre come occasione di riflessione sul rapporto tra energia, memoria e sostenibilità.
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